1. L’attuale situazione delle emissioni CO2
2. Come ridurre le CO2 con bioedilizia
3. Riduzione di CO2 prodotto dal riscaldamento, l’illuminazione e la climatizzazione.
1. L’attuale situazione delle emissioni CO2
Secondo un recente studio, l’edilizia ha un peso importante, pari al 39%, di tutte le emissioni di CO2 nel mondo. Purtroppo, i passi avanti fatti fino ad ora sono ancora troppo pochi, e secondo alcune stime, il patrimonio edilizio mondiale raddoppierà entro il 2060.
Continuare a costruire con i ritmi e con le attuali tecnologie sappiamo dunque da tempo che fa male al nostro pianeta e al clima. Secondo il rapporto della Global Alliance for Buildings and Construction, edifici, immobili e abitazioni del settore edilizio pesano per il 36% nell’intero consumo energetico globale, per il 50% delle estrazioni di materie prime e per il consumo di un terzo dell’acqua potabile.
Nonostante questi numeri importanti, diminuire l’emissione di CO2 e le relative conseguenze, si può: costruire ed abitare spazi e case quasi ad impatto zero, oggi è possibile grazie ai principi della bioedilizia, che adotta metodi di costruzione e progettazione atti a ridurre l’impatto ambientale degli edifici.
Ambiente, Salute e Risparmio energetico sono i tre pilastri su cui si fonda la bioedilizia, la quale, mediante l’uso di materiali eco-compatibili e mediante l’uso di sistemi di mantenimento della casa a basso consumo, si prefigge l’obiettivo di ridurre e attenuare in modo significativo gli effetti delle strutture abitative sulla salute delle persone e sull’ecosistema circostante.
Il settore delle costruzioni, come già detto in precedenza, ha una responsabilità rilevante e può fare realmente la differenza se si realizzano edifici che si prospettano ad essere a zero emissioni, offrendo soluzioni che contribuiscono a ridurre le emissioni di CO2.
Oltre a tutti i dati visti in precedenza, molto spesso si sottovalutano altri fattori, non meno importanti: infatti, a questi dati, sono anche da aggiungere le statistiche delle emissioni per l’intero ciclo di vita dell’edificio, derivanti dal riscaldamento, dal raffreddamento, dall’illuminazione e dalla gestione totale. Basti anche solo pensare al riscaldamento domestico che da solo rappresenta una delle principali cause di inquinamento atmosferico. L’80% delle nostre case, infatti, ha più di 40 anni ed è stato costruito senza quegli accorgimenti e quelle tecnologie che oggi consentono di ottenere una certificazione di classe A.
2. Come ridurre le CO2 con bioedilizia
La bioediliza permette di agire significativamente per abbattere le emissioni di co2, sia attraverso la progettazione di edifici passivi che attraverso la ristrutturazione.
Attraverso la progettazione degli edifici passivi, si ha un’emissione di CO2 ridotta sia per mezzo dei materiali che hanno un ruolo di primaria importanza. Così facendo infatti, si ha un abbattimento della produzione di CO2 notevole, per il fatto che i materiali ecologici non hanno bisogno di grossi processi di trattamento per essere utilizzati, a differenza dei materiali utilizzati nell’edilizia classica, che devono essere sottoposti ad importanti lavorazioni, producendo così uno percentuale smisurata di inquinanti.
Molto spesso però, le persone non sono disposte ad abbattere una casa e ricostruirla in bioedilizia, per i grossi costi che ciò comporta.
Concretamente, in questa situazione, la ristrutturazione degli edifici e delle case già esistenti è un passo verso il cambiamento, perché promuove il massimo utilizzo delle risorse esistenti, che deve essere però ripensato con l’ottica della bioedilizia.
3. Riduzione di CO2 prodotto dal riscaldamento, l’illuminazione e la climatizzazione.
Si possono adottare dei cambiamenti in tutti i sistemi di mantenimento della casa, che a lungo andare sono quelli che producono più CO2. I principali sono: il riscaldamento, la climatizzazione e l’illuminazione.
Il principio di riscaldamento e raffreddamento, può essere in principio notevolmente gestito grazie a un buon isolamento termico. Questo non basta però, in quanto la casa ha bisogno di un impianto per gestire i sistemi di raffreddamento e riscaldamento.
Per ridurre la produzione di CO2 prodotta da un’abitazione, sono consigliati i sistemi di energia rinnovabili. Poiché i combustibili tradizionali sono inquinanti e inevitabilmente destinati ad esaurirsi, per ristrutturare la casa in modo “green”, molte persone scelgono di installare impianti elettrici e termici alimentati con fonti energetiche rinnovabili.
I più consigliati sono gli impianti fotovoltaici e gli impianti solari termici. Queste soluzioni sono vantaggiose e rispettose dell’ambiente.
Anche l’illuminazione gioca un ruolo importante, infatti una nuova frontiera della bioedilizia è l’illuminazione sostenibile. Un passo avanti è sicuramente l’uso dei Led, che permettono delle prestazioni di risparmio energetico molto alte. I led si ineriscono nella bioedilizia non solo per ragioni di sostenibilità energetica e ambientale, ma risolve anche la problematica legata allo smaltimento, in quanto molto più facili da smaltire delle classiche lampadine. Di conseguenza, con questo tipo di illuminazione si ha un maggiore risparmio energetico, e quindi, meno emissioni di CO2.
Ancora una volta la bioedilizia e la bioarchitettura ci permettono di alimentare un circolo virtuoso, che inizia con un risparmio in termini economici dei consumi energetici per giungere al più importante contenimento delle emissione di gas ed effetto serra.